domenica 15 giugno 2014

Rimpiangere il passato

Capita di legarsi al passato e di vivere i ricordi con malinconia, quando si realizza che tutto questo non c'è più e si è perso per sempre.
Questo fà star male anche molto male, ma chissà forse ci si illude credendo che questo malessere provenga dalla perdita di ciò che si sta contemplando.
Credo invece che questa malinconia sia solo un segno che cerca di far capire che nel dedicare le proprie energie a qualcosa che non è più, si stanno invece togliendo a quello che è adesso.
Facendo così si blocca la vita e chissà, forse è questo che fa male.
Si toglie l'attenzione all'unica cosa vera che c'è e che credo essere incorruttibile al tempo, per dare tutta l'attenzione a qualcosa che ne è stata solo una rappresentazione, o forse neanche questo.


                                                                            
                                                                                                                     10-08-2013

lunedì 17 marzo 2014

Ciclo: Fase III



L'atleta principiante è impacciato
perché usa troppi muscoli.
Il puzzle è difficile
finché ci sono troppi pezzi.
Informare è ridurre l'incertezza.
         
La statua è già
nella roccia grossolana.

ADESSO
E' IL MOMENTO DI SCOLPIRLA

L'esperienza rivela l'errore, che illumina il sentiero:
tagliare via quello che non serve;

e allora la volontà si concentra
e diventa potente.

Il fallimento non esiste.
E' fondamentale
è perfetto
insegna dove puntare lo scalpello;
per portare alla luce
il sogno realizzato



                                                                                                  06-2013

Alti e bassi

E' mare aperto, durante la tempesta
sbattuto tra la cresta e la valle dell'onda.
E adesso sono giù nel fondo e sento tutto il peso.

Non posso lasciarmi trascinare
                                                                   
ho già tutto quello che mi serve
un sogno per cui lottare 
e un cuore che batte

il pensiero di non farcela
chi sbeffeggia e dice che è impossibile
servono solo per imparare a non lasciarsene condizionare.
                                                                                                          
Se l'acqua non esiste
non può togliermi il respiro.
                                                                                             
Riaffiora il ricordo
del  momento più prezioso.
Ho fatto tutto per arrivare fino a qui,
solo e nudo
per rafforzare le mie spalle.

Non è facile e non doveva esserlo.
Ho scelto onde oltre ai miei limiti
affinchè io possa superarli.

Questo è l'esercizio, imparare a cavalcarle.
A cresta e a valle.

E' prezioso ogni momento.


                                                                                    30-07-2013

mercoledì 5 febbraio 2014

Bivio - Essere / esprimersi

Ogni tipo di espressione è l'esternazione di qualcosa che si sente, la quale per poter essere espressa deve essere tradotta in qualcos'altro (parole, poesia...arte in generale).
Se da un lato questo è l' unico modo per comunicare qualcosa, dall'altro imprigionare la realtà in questo tipo di forme può determinare una distorsione della realtà stessa.
I più capaci ad esprimersi riescono a far assomigliare di più la loro espressione al modello originale, chi è meno capace può invece fornire un'immagine completamente distorta, pur essendo in grado di percepirla. E magari non se ne accorge e pretende di essere compreso solo per quello che dice. Come tutte le cose richiede allenamento e lavoro su si se.

Inoltre ciò che si esprime potrebbe essere contaminato da influenze esterne, meccanismi di difesa, paura, rancori, timidezza, schemi mentali ecc.. e quindi non è più espressione, ma una reazione condizionata.

Per questo motivo non posso vedermi come il risultato dell'immagine che gli altri si fanno di me (e che mi proiettano addosso) in base a quello che esprimo.
Infatti spesso osservando quello che sento e come mi comporto vedo due mondi completamente diversi. Solo ora mi rendo conto che molte volte non faccio altro che mettere in atto comportamenti riflessi molto diversi da quello che volevo esprimere.

Per esprimermi ho invece bisogno di tempo, concentrazione e quiete. Come qualsiasi opera d'arte, la fai, poi la guardi, la ritocchi, la riguardi, la ritocchi e vai avanti così all'infinito e non ti senti soddisfatto fino a quando non ci vedi qualcosa di quella parte di te che volevi esprimere. Possono volerci giorni, mesi , anni e malgrado tutti gli sforzi non sarà mai completa.
Ora sono qui a parlare di una piccola parte del passato, e di quello che sto vivendo adesso forse riuscirò ad esprimere qualcosa in un futuro quando starò già vivendo qualcos'altro. Non si può esprimere una vita, ma può essere vissuta e assaporata fino infondo. Ed è  questo l'importante.
Ecco perché esprimere una cosa non è mai facile per me, Perché mi rendo conto che per quanto possa essere bello e gratificante significa sempre limitarla.
E alla fine ti rendi conto che se vuoi veramente trasmettere qualcosa non puoi fare altro che lasciare solo qualche piccola traccia del percorso, perché l'unico modo per arrivarci è farne esperienza diretta e quindi VIVERLA.
Adesso che ho capito questo non riesco più a prendere seriamente quello che io e gli altri esprimiamo. Cerco invece di vedere oltre.

Come una fotografia che può catturare solo pochi dettagli di una situazione reale e che quindi porta ad un'altissima perdita di informazione (gli odori, i rumori, le sensazioni e neanche tutti i dettagli visivi possono essere catturati) e quindi quella fotografia non può essere utilizzata come mezzo per descrivere completamente la realtà stessa di quel momento. Non è altro che un istante imprigionato in un qualcosa di diverso. Focalizzarsi su qualsiasi tipo di espressione e vederla come la realtà, non fa altro che nascondere la realtà stessa.

L'espressione di per se è sempre ridicola.
Ma qualche volta può succedere che quel pentagramma pieno di simboli insignificanti abbandonato sul ciglio del sentiero, venga trovato da qualcuno che sta passando di lì e ha gli strumenti per interpretarlo.
E allora quei simboli diventano note che risuonano in sè e finalmente è chi ascolta che ne intona la musica ed è tutta un'altra storia.
Inciampare in quel foglio di carta non ha fatto altro che portare alla luce quello che già c'era, nascosto da qualche parte.


                                                                                                                                 04-08-2012


  

 





venerdì 31 gennaio 2014

Ciclo: Fase II



La rivoluzione è partita e

la polvere ha iniziato a posarsi;

filtra la luce e

 ora vedo!

Si va in discesa adesso

è la seconda fase

la gioia scatenata 

dell'impetuoso fare



                                                                                                                  04-2013





mercoledì 29 gennaio 2014

Soglia invalicabile

Sono pochissime le cose di cui sono veramente certo. Il resto è una continua ricerca.
E se ce una cosa di cui sono veramente sicuro è che non avrò mai finito di imparare e di crescere.
Sto percorrendo la mia strada, ogni passo avanti mi cambia e quando guardo indietro mi capita spesso di vedere cose che non condivido più.
Ma ne ho rispetto, perchè il non vivere quella situazione non mi avrebbe fatto muovere.
Vado avanti, tengo ciò che è utile e lascio l'illusione, l'esperienza è liberarsi dal peso del superfluo.
Tutto è importante, anche quello che non funziona, per il semplice motivo che vivere una situazione che non porta risultati, mi serve a capire che quel modo non funziona, e quindi posso liberarmene, evitando di rimanere nel dubbio.

Vivo il mio momento di adesso e tutto questo è perfetto, e io tra alti e bassi sono pieno di entusiasmo, perchè crescere è tutto ciò che voglio.
Non ho assolutamente la presunzione di pensare di essere arrivato, ne la presunzione di sentirmi migliore e imporre o insegnare agli altri la mia esperienza.
Semplicemente amo esprimermi, il che significa che amo raccontare la mia esperienza.
Amo fotografare la mia strada quando mi riesce. Io non sono la fotografia, ma la parte che va avanti.
Detesto a pelle l'atteggiamento  presuntuoso di chi mi ingabbia nell'espressione, mi giudica e mi cataloga come questa.
Detesto l'atteggiamento ridicolo di chi mi parla con superiorità, credendosi migliore perchè pensa di essere o è più avanti di me. Non lo accetterò mai.
Non accettare non significa odiare e intraprendere battaglie per avere la meglio sugli altri, ma significa semplicemente non chiudere gli occhi per vedere solo con quelli degli altri e quindi non lasciarsi condizionare.

Sono consapevole del fatto che io abbia molto da imparare e questo non mi dispiace affatto, anzi mi rende felice, perchè significa che ho molto da vivere.
Mi piace pensare che non esiste un punto di arrivo, perchè se questo esistesse, sarebbe finita la vita.
Sono consapevole del fatto che ci sono persone di gran lunga più avanti di me e che quindi sono passate per il punto in cui io mi trovo adesso.
Questo non mi dispiace affatto, ne provo invidia, anzi è bello perchè volendo potrei trovare qualcosa di utile in ciò che onestamente esprimono.
La guida è sempre preziosa.
Ma respingo con vigore bestiale chi si crede superiore per essere più avanti e magari si intromette con la presunzione di impormi la sua esperienza e peggio ancora il suo modo di vedere le cose.
Io non ho nessuna intenzione di percorrere la mia strada a tratti.
Voglio coltivare i miei dubbi, voglio scoprire e voglio anche sbagliare.
Se qualcuno mi spostasse senza che io abbia vissuto quel tratto di strada, non saprei come sono arrivato lì ne dove mi trovo. Rimarrei legato a quello che stavo vivendo prima di essere portato via e non mi muoverei più. A quel punto avrei bisogno di basarmi sulle dritte di chi mi ha portato lì e diventeri il suo burattino.
Così andrà via l'entusiasmo e morirà la vita.
Questa cosa mi è successa e ne ho visto chiaramente i NON FRUTTI che portava.
E' finita.
La vera guida non porta a smettere di camminare, ma ti accompagna e in questo modo il tragitto è più veloce, ma chi cammina e chi sostiene il peso del tuo corpo sei sempre tu.
Niente è più dato per scontato, riparto da quello che sento veramente essermi chiaro e di cui riesco a farmi carico. Aggiungerò peso man mano che crescerò e sarò in grado di portarlo.
Sono il padrone di casa e non voglio fili nei miei spazi intimi.




                                                                                                                  02-2013

martedì 28 gennaio 2014

Le mie poesie - Spirito Selvaggio







Via 
lontano il più possibile
dall'inquinamento mentale e ambientale.

Libero 
dai condizionamenti e dalle aspettative.

Un viaggio infinito verso la semplicità
per ritrovarsi.

Le istruzioni interiori 
di uno spirito per natura 
libero e selvaggio 


                            
                                                                                                              04-2011

sabato 4 gennaio 2014

Discordanza evoluzionistica - Mie conclusioni personali



L’attuale civiltà è pesantemente afflitta dall’aumento delle malattie croniche; un fenomeno che riguarda ormai tutto il pianeta.
Queste malattie non sono solamente implicate nella riduzione della longevità, ma anche e soprattutto nella riduzione degli anni di vita passati in buona salute.
Questo diventa ancor maggiormente preoccupante alla luce della rapida e progressiva diffusione di obesità e diabete  anche a livello giovanile.
L’applicazione delle conoscenze evoluzionistiche permetterebbero di ridurre consistentemente la discrepanza tra il nostro antico genoma e il moderno stile di vita, che è alla base delle principali malattie croniche.
Comunque con questo lavoro non si vuole definire l’applicazione di tali principi come una panacea per tutti i mali del pianeta.
Come precedentemente spiegato, l’uomo non è adatto per mangiare carne e pesce provenienti dall’allevamento, ma cibi freschi e incontaminati provenienti da animali, pesci e vegetali cresciuti in modo naturale.
Inoltre l'allevamento/agricoltura intensivi sono  anche un grande problema dal punto di vista dell’inquinamento ambientale e sfruttamento dei terreni.
E poi penso che sia anche una questione di rispetto per la vita. Gli animali devono tornare a vivere liberi, all’aperto e in modo naturale, come è sempre stato da milioni e milioni di anni.

Comunque l’attuale e il progressivo sviluppo della conoscenza in ambito evoluzionistico, rappresentano senza dubbio un ulteriore e fondamentale strumento alla base della ricerca delle eventuali soluzioni possibili, rimedi alternativi o compromessi alle varie problematiche.
Ad esempio, chi possiede del terreno potrebbe essere stimolato da queste conoscenze ad utilizzarlo come ambiente naturale per l'allevamento di animali allo stato brado ( e fare il massimo per cercare di ricostruire l’ecosistema, distrutto dall’agricoltura intensiva moderna) e per la coltivazione BIOLOGICA di frutta e verdura, anziché coltivare prodotti assolutamente inutili, come ad esempio le barbabietole da zucchero, i semi per la produzione di oli vegetali raffinati (girasole, mais...), spezie, ecc….Questo oltre ad un riscatto di libertà sarebbe già un ottimo compromesso pur senza essere in grado (per necessità)  di escludere  tutti gli alimenti post-agricoltura.

Comunque mentre la totale applicazione delle conoscenze evoluzionistiche nell’ambito alimentare resterà molto probabilmente un problema irrisolto, si può invece fare molto di più riguardo allo stile di vita.
I risultati della ricerca hanno ampiamente permesso di chiarire che l’esercizio fisico non è solamente una pratica per migliorare l’aspetto fisico o la prestazione sportiva, ma è invece e soprattutto una necessità fisiologica, lasciataci in eredità dai nostri antenati e che è fondamentale per la salute di tutti gli individui, dall’infanzia alla senescenza.

Questo dovrebbe essere uno stimolo a costruire una realtà meno dipendente dai mezzi meccanici, in modo da inserire il dispendio energetico all’aperto nelle attività quotidiane e con tempi di riposo adeguati. 
Inoltre passare molto tempo all’aperto durante tutto il periodo dell’anno permetterebbe di risolvere il problema della carenza da vitamina D, che è un problema mondiale.

Senza escludere L'INQUINAMENTO AMBIENTALE, un fenomeno in progressivo aumento a cui l’uomo e le forme di vita sono esposti quotidianamente.

Paradossalmente parte delle emissioni sono il risultato di ATTIVITA' ASSOLUTAMENTE INUTILI e del COMFORT ECCESSIVO, dove d’altra parte la sedentarietà è responsabile per circa UN TERZO DELLA MORTALITA' GENERALE.

Tutto questo complessivamente significa che investire in uno stile di vita il più possibilmente naturale ed ecologico non è un aspetto secondario, ne un’ideologia,  ma un’urgente necessità per tutti, indipendentemente dalle possibilità e dai punti di vista.



                                                                                                                         03 - 2012

giovedì 2 gennaio 2014

Il momento della verità - discordanza evoluzionistica - finale - (rubrica scientifica)







Moltissimi aspetti devono essere ancora chiariti, intanto i risultati della ricerca sull' applicazione dell'ipotesi evoluzionistica si stanno verificando sorprendenti e hanno permesso di confermarne le grandi potenzialità nella prevenzione di alcune tra le principali malattie croniche, ottenendo risultati addirittura migliori rispetto alle principali diete maggiormente raccomandate.




1.      In uno studio controllato-randomizzato, 29 soggetti con cardiopatia ischemica e intolleranza al glucosio o diabete di tipo 2, sono stati suddivisi in due gruppi, rispettivamente di 14 e 15 individui. Il primo gruppo ha seguito una dieta paleolitica  a base di carne magra, pesce, frutta, verdura, radici, uova e noci per un periodo di tempo di 12 settimane, mentre il secondo ha seguito la tradizionale dieta mediterranea a base di cereali integrali, prodotti lattiero-caseari magri, pesce, oli, margarine, frutta e verdura, per lo stesso periodo di tempo. Alle fine delle 12 settimane, nel gruppo paleolitico è stata riscontrata una diminuzione del 28% dell'area sotto la curva (AUC) della concentrazione plasmatica di glucosio, in seguito alla somministrazione del test di tolleranza al glucosio (OGTT), dove invece nel gruppo di riferimento (nutrito secondo la dieta mediterranea), l’AUC della concentrazione plasmatica di glucosio era diminuita del 10%. Anche la riduzione dell'AUC dell'insulina era significativamente maggiore nel gruppo paleolitico. Inoltre sempre in seguito alle 12 settimane, nel gruppo paleolitico è stata riscontrata una riduzione del 36% della concentrazione plasmatica di glucosio dopo 2 ore, a differenza del 7% nel gruppo di riferimento. Infine al termine del periodo di osservazione nel gruppo di consenso, 5 individui avevano ancora il diabete mentre i valori erano tornati alla normalità in tutti i componenti del gruppo paleolitico. L'ampio miglioramento della tolleranza al glucosio nel gruppo paleolitico era indipendente dall'energia assunta e dalla composizione in macronutrienti, suggerendo che l'esclusione dei cibi post-agricoltura è più importante del contare le calorie e i macronutrienti. Gli autori concludono che le diete sane a base di cereali integrali e prodotti lattiero-caseari magri, sono solo la seconda scelta migliore nella prevenzione e nel trattamento del diabete di tipo 2 ([i]).


2.      Un altro studio controllato-randomizzato su 13 soggetti affetti da diabete di tipo 2, suddivisi rispettivamente in un gruppo di 7 individui (a cui è stata somministrata una dieta paleolitica per 3 mesi) e in un secondo gruppo di 6 individui (a cui è stata somministrata una dieta tradizionale per diabetici  ugualmente per un periodo di 3 mesi),  ha rilevato una riduzione della proteina C-reattiva ed un maggior miglioramento del controllo glicemico e di diversi fattori di rischio cardiovascolari tra cui diminuzione dei trigliceridi, pressione arteriosa, peso corporeo, IMC, circonferenza vita e aumento del colesterolo HDL nel gruppo che seguiva la dieta paleolitica, rispetto al gruppo di riferimento che seguiva una dieta tradizionale per diabetici ([ii]). Inoltre  i 3 mesi di osservazione sono stati seguiti da altri 3 mesi in cui sono stati rispettivamente invertiti i modelli alimentari in entrambi i gruppi, dove al gruppo nutrito durante le 12 settimane precedenti con la dieta paleolitica è stata applicata la dieta tradizionale per diabetici e viceversa.
     Ebbene l'applicazione della dieta per diabetici nel gruppo paleolitico ha determinato negli ultimi 3 mesi il peggioramento di tutti i fattori di rischio, mentre al contrario la dieta paleolitica nel gruppo tradizionale ha determinato il miglioramento di tutti i parametri esaminati.


3.      Osterdahl et al. hanno applicato la dieta paleolitica in 14 soggetti volontari sani. In seguito ad un periodo di tre settimane è stata riscontrata una riduzione del peso corporeo di 2,3 kg, una riduzione del BMI di 0,8 kg/m2, riduzione della circonferenza vita di 0,5 cm, riduzione della pressione sistolica di 3 mm Hg e riduzione del 72% del PAI-1. Inoltre in questo caso la dieta paleolitica ha determinato la riduzione del 36% dell'introito energetico, con un miglioramento del  profilo lipidico, degli antiossidanti  e del rapporto sodio/potassio ([iii]).


4.      In uno studio non controllato Frassetto et al. hanno rilevato in seguito a 10 giorni di nutrizione paleolitica, un significativo miglioramento della pressione e della distensibilità arteriosa, della tolleranza al glucosio insieme alla diminuzione della secrezione di insulina, all'ampia riduzione del colesterolo LDL e dei trigliceridi in 9 individui sedentari sani ([iv]).


5.  In uno studio controllato-randomizzato ([v]), 29 soggetti con cardiopatia ischemica, diabete di tipo 2 o intolleranza al glucosio e circonferenza vita > 94cm, sono stati suddivisi in due gruppi rispettivamente di 14 e 15 individui, dove è stata applicata ad libitum nel primo gruppo la dieta paleolitica (a base di carne magra, pesce, uova, frutta verdura radici e noci) e nel secondo la dieta mediterranea tradizionale (a base di cereali integrali, prodotti lattiero-caseari magri, frutta, verdura oli e margarine) per un periodo di tempo di 12 settimane. I risultati hanno rilevato un maggior effetto saziante, con una conseguente minore assunzione energetica quotidiana nel gruppo paleolitico rispetto al gruppo mediterraneo. In questo studio sono stati monitorati anche i livelli di leptina dove si sono ridotti del 31% nel gruppo paleolitico contro il 18% nel gruppo mediterraneo. Anche se la differenza tra i due gruppi in tali termini non era particolarmente rilevante, il confronto diventava maggiormente significativo escludendo un componente del gruppo paleolitico che a differenza degli altri assumeva più cereali. Inoltre la riduzione della leptina era inversamente proporzionale alla quantità di cereali assunti anche nel gruppo mediterraneo.


6.      Un altro studio ha rilevato gli effetti di un ritorno allo stile di vita dei  cacciatori-raccoglitori tradizionali aborigeni, in aborigeni urbanizzati, sedentari in sovrappeso e affetti da diabete. In seguito ad un periodo di 7 settimane, è stata riscontrata una riduzione del 10% del peso corporeo insieme al  miglioramento della sensibilità all'insulina e ad una marcata riduzione della concentrazione plasmatica dei trigliceridi ([vi]).






BIBLIOGRAFIA


([i]) Lindeberg S, Jonsson T, Granfeldt Y, Borgstrand E, Soffman J, Sjostrom K, Ahren B: A Palaeolithic diet improves glucose tolerance more than a Mediterranean-like diet in individuals with ischaemic heart disease. Diabetologia 2007, 50(9):1795-1807.


([ii]) Jönsson et al. Beneficial effects of a Paleolithic diet on cardiovascular risk factors in type 2 diabetes: a randomized cross-over pilot study, Cardiovascular Diabetology 2009, 8:35


([iii]) Osterdahl M, Kocturk T, Koochek A, Wändell PE. Effects of a short-term intervention with a paleolithic diet in healthy volunteers. Eur J Clin Nutr. 2008 May;62(5):682-5.


([iv]) Frassetto LA, Schloetter M, Mietus-Synder M, Morris RC Jr, Sebastian A. Metabolic and physiologic improvements from consuming a paleolithic, hunter-gatherer type diet. Eur J Clin Nutr. 2009 (8):947-55


([v]) Jönsson et al. A paleolithic diet is more satiating per calorie than a mediterranean-like diet in individuals with ischemic heart disease  Nutrition & Metabolism 2010, 7-85


([vi]) O'Dea K. Marked improvement in carbohydrate and lipid metabolism in diabetic Australian aborigines after temporary reversion to traditional lifestyle. Diabetes. 1984 Jun;33(6):596-603.




Sale - Discordanza evoluzionistica - Alimentazione 08








L’Organizzazione Mondiale della Sanità, raccomanda di non consumare più di 5 g al giorno di sale, un target ancora lontano visto che il consumo abituale di sale nelle società occidentalizzate è generalmente maggiore di 10 g al giorno. 
Tuttavia è stato chiaramente dimostrato che un elevato consumo di sale è associato ad una maggior incidenza di ictus ed eventi cardiovascolari ([i]).
Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte tra le persone oltre i 60 anni e la seconda  tra gli individui di età compresa tra i 15 e i 59 anni.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il 62% dei casi di ictus e il 49% delle malattie coronariche sono attribuite all’ipertensione.
Per questo motivo la riduzione del consumo di sale, può essere un fattore determinante, visto che per il suo eccessivo apporto di sodio è stato direttamente correlato all’ipertensione.


Questo significa che con la sola restrizione  del consumo di sale, a livello mondiale si potrebbe avere una riduzione della morte di circa 3 milioni di individui per malattie cardiovascolari e più di 250 mila per ictus ([ii]).
Più precisamente è il rapporto sodio/potassio ad essere alterato; si assume troppo sodio (cibi preconfezionati, aggiunta di sale) e troppo poco potassio, visto che generalmente non vengono assunte frutta e verdura a sufficienza.




Questa è una condizione nuova, infatti gli uomini del paleolitico non utilizzavano il sale per condire gli alimenti, eccetto quello che naturalmente era presente nei pesci e frutti di mare pescati lungo le coste.
Pertanto, il sodio contenuto negli alimenti era sufficiente a garantire il  fabbisogno ([iv]).
Anche se i fattori di rischio dell’ipertensione sono molteplici, è interessante notare i valori di pressione arteriosa  rilevati in alcune società di cacciatori raccoglitori (Tab.7).






Tabella 7- Pressione sistolica(SBP) e diastolica(DBP) all’età di 40-60 anni in cacciatori raccoglitori e orticoltori (mm Hg) ([v]).



In particolare negli indiani Yanomamo, una tribù non civilizzata fino a poco tempo fa, che viveva nelle foreste tropicali del sud America e non usava il sale, i valori di pressione arteriosa non aumentavano con l’età (Tab.8), un fenomeno che invece è considerato fisiologico nelle società civilizzate (Fig.16).
Un altro effetto del sale è che si comporta come acidificante e quindi potrebbe contribuire in parte all’ acidosi metabolica di basso grado, che a lungo andare potrebbe essere responsabile degli effetti negativi descritti in precedenza.


Tabella 8-pressione arteriosa rilevata negli indiani Yanomano ([vi]).




 Fig.-16


 BIBLIOGRAFIA





([i]) Pasquale Strazzullo et al., Salt intake, stroke, and cardiovascular disease: metaanalysis of prospective studies, BMJ 2009;339:b4567 pag. 1-9


([ii]) Pasquale Strazzullo et al., Salt intake, stroke, and cardiovascular disease: metaanalysis of prospective studies, BMJ 2009;339:b4567 pag. 5-10


([iii]) U . S . Departement of Healt and Human Services, The Seventh Report of the Joint National Committee on Prevention, Detection, Evaluation, and Treatment of High Blood Pressure, NIH Publication No. 04-5230 August 2004, p.12


([iv]) WJ Oliver, EL Cohen and JV Neel, Blood pressure, sodium intake, and sodium related hormones in the Yanomamo Indians, a "no-salt" culture, Circulation 1975, 52: pag 151


([v]) Carrera-Bastos et al, The western diet and lifestyle and diseases of civilization Research Reports in Clinical Cardiology 2011:2, pag. 16


([vi]) WJ Oliver, EL Cohen and JV Neel, Blood pressure, sodium intake, and sodium related hormones in the Yanomamo Indians, a "no-salt" culture,
Circulation 1975, p.148