sabato 4 gennaio 2014

Discordanza evoluzionistica - Mie conclusioni personali



L’attuale civiltà è pesantemente afflitta dall’aumento delle malattie croniche; un fenomeno che riguarda ormai tutto il pianeta.
Queste malattie non sono solamente implicate nella riduzione della longevità, ma anche e soprattutto nella riduzione degli anni di vita passati in buona salute.
Questo diventa ancor maggiormente preoccupante alla luce della rapida e progressiva diffusione di obesità e diabete  anche a livello giovanile.
L’applicazione delle conoscenze evoluzionistiche permetterebbero di ridurre consistentemente la discrepanza tra il nostro antico genoma e il moderno stile di vita, che è alla base delle principali malattie croniche.
Comunque con questo lavoro non si vuole definire l’applicazione di tali principi come una panacea per tutti i mali del pianeta.
Come precedentemente spiegato, l’uomo non è adatto per mangiare carne e pesce provenienti dall’allevamento, ma cibi freschi e incontaminati provenienti da animali, pesci e vegetali cresciuti in modo naturale.
Inoltre l'allevamento/agricoltura intensivi sono  anche un grande problema dal punto di vista dell’inquinamento ambientale e sfruttamento dei terreni.
E poi penso che sia anche una questione di rispetto per la vita. Gli animali devono tornare a vivere liberi, all’aperto e in modo naturale, come è sempre stato da milioni e milioni di anni.

Comunque l’attuale e il progressivo sviluppo della conoscenza in ambito evoluzionistico, rappresentano senza dubbio un ulteriore e fondamentale strumento alla base della ricerca delle eventuali soluzioni possibili, rimedi alternativi o compromessi alle varie problematiche.
Ad esempio, chi possiede del terreno potrebbe essere stimolato da queste conoscenze ad utilizzarlo come ambiente naturale per l'allevamento di animali allo stato brado ( e fare il massimo per cercare di ricostruire l’ecosistema, distrutto dall’agricoltura intensiva moderna) e per la coltivazione BIOLOGICA di frutta e verdura, anziché coltivare prodotti assolutamente inutili, come ad esempio le barbabietole da zucchero, i semi per la produzione di oli vegetali raffinati (girasole, mais...), spezie, ecc….Questo oltre ad un riscatto di libertà sarebbe già un ottimo compromesso pur senza essere in grado (per necessità)  di escludere  tutti gli alimenti post-agricoltura.

Comunque mentre la totale applicazione delle conoscenze evoluzionistiche nell’ambito alimentare resterà molto probabilmente un problema irrisolto, si può invece fare molto di più riguardo allo stile di vita.
I risultati della ricerca hanno ampiamente permesso di chiarire che l’esercizio fisico non è solamente una pratica per migliorare l’aspetto fisico o la prestazione sportiva, ma è invece e soprattutto una necessità fisiologica, lasciataci in eredità dai nostri antenati e che è fondamentale per la salute di tutti gli individui, dall’infanzia alla senescenza.

Questo dovrebbe essere uno stimolo a costruire una realtà meno dipendente dai mezzi meccanici, in modo da inserire il dispendio energetico all’aperto nelle attività quotidiane e con tempi di riposo adeguati. 
Inoltre passare molto tempo all’aperto durante tutto il periodo dell’anno permetterebbe di risolvere il problema della carenza da vitamina D, che è un problema mondiale.

Senza escludere L'INQUINAMENTO AMBIENTALE, un fenomeno in progressivo aumento a cui l’uomo e le forme di vita sono esposti quotidianamente.

Paradossalmente parte delle emissioni sono il risultato di ATTIVITA' ASSOLUTAMENTE INUTILI e del COMFORT ECCESSIVO, dove d’altra parte la sedentarietà è responsabile per circa UN TERZO DELLA MORTALITA' GENERALE.

Tutto questo complessivamente significa che investire in uno stile di vita il più possibilmente naturale ed ecologico non è un aspetto secondario, ne un’ideologia,  ma un’urgente necessità per tutti, indipendentemente dalle possibilità e dai punti di vista.



                                                                                                                         03 - 2012

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