L’attuale
civiltà è pesantemente afflitta dall’aumento delle malattie croniche; un
fenomeno che riguarda ormai tutto il pianeta.
Queste
malattie non sono solamente implicate nella riduzione della longevità, ma anche
e soprattutto nella riduzione degli anni di vita passati in buona salute.
Questo diventa ancor maggiormente preoccupante alla luce della rapida e progressiva
diffusione di obesità e diabete anche a
livello giovanile.
L’applicazione
delle conoscenze evoluzionistiche permetterebbero di ridurre consistentemente
la discrepanza tra il nostro antico genoma e il moderno stile di vita, che è
alla base delle principali malattie croniche.
Comunque con
questo lavoro non si vuole definire l’applicazione di tali principi come una
panacea per tutti i mali del pianeta.
Come
precedentemente spiegato, l’uomo non è adatto per mangiare carne e pesce
provenienti dall’allevamento, ma cibi freschi e incontaminati provenienti da
animali, pesci e vegetali cresciuti in modo naturale.
Inoltre l'allevamento/agricoltura intensivi sono anche un grande problema dal punto di vista
dell’inquinamento ambientale e sfruttamento dei terreni.
E poi penso
che sia anche una questione di rispetto per la vita. Gli animali devono tornare
a vivere liberi, all’aperto e in modo naturale, come è sempre stato da milioni
e milioni di anni.
Comunque
l’attuale e il progressivo sviluppo della conoscenza in ambito evoluzionistico,
rappresentano senza dubbio un ulteriore e fondamentale strumento alla base
della ricerca delle eventuali soluzioni possibili, rimedi alternativi o compromessi
alle varie problematiche.
Ad esempio, chi
possiede del terreno potrebbe essere stimolato da queste conoscenze ad
utilizzarlo come ambiente naturale per l'allevamento di animali allo stato
brado ( e fare il massimo per cercare di ricostruire l’ecosistema, distrutto
dall’agricoltura intensiva moderna) e per la coltivazione BIOLOGICA di frutta e
verdura, anziché coltivare prodotti assolutamente inutili, come ad esempio le
barbabietole da zucchero, i semi per la produzione di oli vegetali raffinati (girasole, mais...), spezie, ecc….Questo oltre ad un riscatto di libertà sarebbe già un ottimo compromesso pur senza essere in grado (per necessità) di escludere tutti gli alimenti post-agricoltura.
Comunque
mentre la totale applicazione delle conoscenze
evoluzionistiche nell’ambito alimentare resterà molto probabilmente un problema
irrisolto, si può invece fare molto di più riguardo allo stile di vita.
I risultati
della ricerca hanno ampiamente permesso di chiarire che l’esercizio fisico non
è solamente una pratica per migliorare l’aspetto fisico o la prestazione
sportiva, ma è invece e soprattutto una necessità fisiologica, lasciataci in
eredità dai nostri antenati e che è fondamentale per la salute di tutti gli
individui, dall’infanzia alla senescenza.
Questo
dovrebbe essere uno stimolo a costruire una realtà meno dipendente dai mezzi
meccanici, in modo da inserire il dispendio energetico all’aperto nelle
attività quotidiane e con tempi di riposo adeguati.
Inoltre passare molto tempo
all’aperto durante tutto il periodo dell’anno permetterebbe di risolvere il
problema della carenza da vitamina D, che è un problema mondiale.
Senza
escludere L'INQUINAMENTO AMBIENTALE,
un fenomeno in progressivo aumento a cui l’uomo e le forme di vita sono esposti
quotidianamente.
Paradossalmente
parte delle emissioni sono il risultato di ATTIVITA' ASSOLUTAMENTE INUTILI e del COMFORT ECCESSIVO, dove d’altra parte la sedentarietà è responsabile per circa UN TERZO DELLA MORTALITA' GENERALE.
Tutto questo complessivamente
significa che investire in uno stile di vita il più possibilmente naturale ed
ecologico non è un aspetto secondario, ne un’ideologia, ma un’urgente necessità per tutti,
indipendentemente dalle possibilità e dai punti di vista.
03 - 2012
03 - 2012
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