Secondo l’ipotesi
evoluzionistica lo studio di quali fossero le abitudini nutrizionali dell’uomo
dell’età della pietra può dunque rappresentare una guida importante nella
ricerca di quale sia il tipo di alimentazione presumibilmente più adatta per
l’uomo attuale.
Tuttavia
siccome i cacciatori raccoglitori nella loro pura forma sono ormai estinti è stato necessario ricorrere a procedure
indirette per risalire a quale fosse la dieta tipica dell’uomo prima della
rivoluzione agricola.
Da queste analisi (1) è emerso che la maggior parte dei
cacciatori raccoglitori a livello mondiale traeva sostentamento per più della
metà da alimenti di origine animale e per il resto dalla raccolta di cibi di
origine vegetale.
E’ comunque
importante considerare l’ampia varietà alimentare, in quanto a seconda
dell’ambiente, della zona geografica e delle stagioni la disponibilità di cibo
era diversa; in particolare all’aumento della latitudine nord/sud, specialmente
oltre 40°, corrispondeva un aumento
degli alimenti di origine animale a discapito di quelli di origine vegetale.
Nonostante ciò
vi erano dei trend dietetici che trascendevano i limiti ambientali e
geografici.
Infatti per
quanto riguarda i cacciatori-raccoglitori di tutto il mondo le percentuali
nutrizionali più plausibili sono state stimate al 19-35% di proteine, 22-40%
per i carboidrati e 28-58% per i grassi.
Questo perché
mentre sempre e dovunque era ecologicamente possibile per l’uomo paleolitico
trarre energia per il 45-65% da alimenti di origine animale non era invece
possibile consumare una quantità proteica giornaliera sopra certi limiti senza
incorrere in sintomi della cosiddetta fame da coniglio, quali nausea diarrea e
in casi estremi morte.
La ragione di
tutto ciò è determinata dal fatto che il fegato non riesce a metabolizzare
azoto oltre a certe quantità.
Cordain et al. hanno determinato (riferendosi a
proteine con il 16% di azoto) che tale valore per un uomo di 80 kg è compreso tra 212 e 292 g di proteine al giorno,
quindi tra 2,65 e 3,65 g
per kg di peso corporeo al giorno.
Di conseguenza
per ovviare a questo problema, le strategie che gli uomini del paleolitico
potevano adottare a seconda della disponibilità di cibo, erano principalmente:
o aumentare gli alimenti di origine vegetale o il grasso animale. Questa è una
delle ragioni per cui veniva preferita la caccia dei grossi animali, perché
oltre a fornire energia in maggiore quantità, avevano anche una percentuale
maggiore di grasso corporeo.
Tuttavia
rispetto ad oggi tale grasso differiva notevolmente in termini di composizione.
Per esempio gli
omega 3 erano abbondanti nella dieta del paleolitico, e non venivano assunti
solamente con il pesce ma erano presenti anche in carne e uova.
Questo
perché gli animali si nutrivano in modo
spontaneo e naturale con quantità elevate di alghe foglie ed erba (contenenti
seppur in piccola quantità grassi omega 3), che conferivano alla carne e al
pesce un profilo di omega 3 più elevato,
soprattutto per gli animali di grossa taglia (2).
In conclusione, anche se sono
stati stimati dei trend dietetici in grado di rappresentare le abitudini
alimentari dei cacciatori raccoglitori di tutto il mondo, non si può comunque
parlare di un’unica dieta paleolitica, per il semplice fatto che vi era una
vasta gamma di modelli nutrizionali che variavano in base alla disponibilità
locale di piante e animali commestibili.
Eaton et al. (3) hanno preso in considerazione il
modello africano come base di riferimento per risalire a quale sia il tipo di
dieta che più si avvicina alle esigenze fisiologiche dell’uomo.
Il continente
madre infatti è stato il luogo da cui ha avuto inizio l’evoluzione del genere
homo 2,5 milioni di anni fa e ha ospitato l’attuale specie umana per la maggior
parte della sua esistenza. Per tale ragione le peculiarità di quel tipo
di ambiente avrebbero contribuito maggiormente a delineare le caratteristiche
genetiche della nostra specie, rimaste per lo più invariate fino ai giorni
d’oggi.
Pertanto, i
dati a disposizione sul tipo di alimentazione durante il paleolitico nell’est
dell’Africa, sono particolarmente interessanti, soprattutto nel concetto di
promozione della salute.
Più
precisamente l’apporto nutrizionale era dato per circa il 50% da alimenti di
origine vegetale e per la restante parte da alimenti animali, che comprendevano
una significativa porzione di pesce.
Infine la
composizione in macronutrienti è stata stimata a circa il 25-29% di proteine,
39-40% di carboidrati e 30-39% di grassi (4).
(1) Cordain et al., Plant-animal subsistence ratios
and macronutrient energy estimations in worldwide hunter-gatherer diets,, Am J
Clin Nutr 2000, pag 687-688
(2)JamesH.
O’Keefe et al.,Cardiovascular Disease
Resulting From a Diet and Lifestyle at Odds With Our Paleolithic Genome: How to
Become a 21st-Century Hunter-Gatherer,2004 pag.103
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