mercoledì 1 gennaio 2014

Alla ricerca di informazioni sull'alimentazione pre-agricoltura - discordanza evoluzionistica









Secondo l’ipotesi evoluzionistica lo studio di quali fossero le abitudini nutrizionali dell’uomo dell’età della pietra può dunque rappresentare una guida importante nella ricerca di quale sia il tipo di alimentazione presumibilmente più adatta per l’uomo attuale.
Tuttavia siccome i cacciatori raccoglitori nella loro pura forma sono ormai estinti  è stato necessario ricorrere a procedure indirette per risalire a quale fosse la dieta tipica dell’uomo prima della rivoluzione agricola. 
Da queste  analisi (1) è emerso che la maggior parte dei cacciatori raccoglitori a livello mondiale traeva sostentamento per più della metà da alimenti di origine animale e per il resto dalla raccolta di cibi di origine vegetale.
E’ comunque importante considerare l’ampia varietà alimentare, in quanto a seconda dell’ambiente, della zona geografica e delle stagioni la disponibilità di cibo era diversa; in particolare all’aumento della latitudine nord/sud, specialmente oltre 40°, corrispondeva  un aumento degli alimenti di origine animale a discapito di quelli di origine vegetale.
Nonostante ciò vi erano dei trend dietetici che trascendevano i limiti ambientali e geografici.
Infatti per quanto riguarda i cacciatori-raccoglitori di tutto il mondo le percentuali nutrizionali più plausibili sono state stimate al 19-35% di proteine, 22-40% per i carboidrati e 28-58% per i grassi.
Questo perché mentre sempre e dovunque era ecologicamente possibile per l’uomo paleolitico trarre energia per il 45-65% da alimenti di origine animale non era invece possibile consumare una quantità proteica giornaliera sopra certi limiti senza incorrere in sintomi della cosiddetta fame da coniglio, quali nausea diarrea e in casi estremi morte.
La ragione di tutto ciò è determinata dal fatto che il fegato non riesce a metabolizzare azoto oltre a certe quantità.
Cordain et al. hanno determinato (riferendosi a proteine con il 16% di azoto) che tale valore per un uomo di 80 kg  è compreso tra 212 e 292 g di proteine al giorno, quindi tra 2,65 e 3,65 g per kg di peso corporeo al giorno.
Di conseguenza per ovviare a questo problema, le strategie che gli uomini del paleolitico potevano adottare a seconda della disponibilità di cibo, erano principalmente: o aumentare gli alimenti di origine vegetale o il grasso animale. Questa è una delle ragioni per cui veniva preferita la caccia dei grossi animali, perché oltre a fornire energia in maggiore quantità, avevano anche una percentuale maggiore di grasso corporeo.
Tuttavia rispetto ad oggi tale grasso differiva notevolmente in termini di composizione.
Per esempio gli omega 3 erano abbondanti nella dieta del paleolitico, e non venivano assunti solamente con il pesce ma erano presenti anche in carne e uova.
Questo perché  gli animali si nutrivano in modo spontaneo e naturale con quantità elevate di alghe foglie ed erba (contenenti seppur in piccola quantità grassi omega 3), che conferivano alla carne e al pesce un profilo di omega 3 più  elevato, soprattutto per gli animali di grossa taglia (2).
In conclusione, anche se sono stati stimati dei trend dietetici in grado di rappresentare    le abitudini alimentari dei cacciatori raccoglitori di tutto il mondo, non si può comunque parlare di un’unica dieta paleolitica, per il semplice fatto che vi era una vasta gamma di modelli nutrizionali che variavano in base alla disponibilità locale di piante e animali commestibili.
      
Eaton et al. (3) hanno preso in considerazione il modello africano come base di riferimento per risalire a quale sia il tipo di dieta che più si avvicina alle esigenze fisiologiche dell’uomo.
Il continente madre infatti è stato il luogo da cui ha avuto inizio l’evoluzione del genere homo 2,5 milioni di anni fa e ha ospitato l’attuale specie umana per la maggior parte della sua esistenza. Per tale ragione le peculiarità di quel tipo di ambiente avrebbero contribuito maggiormente a delineare le caratteristiche genetiche della nostra specie, rimaste per lo più invariate fino ai giorni d’oggi.
Pertanto, i dati a disposizione sul tipo di alimentazione durante il paleolitico nell’est dell’Africa, sono particolarmente interessanti, soprattutto nel concetto di promozione della salute.
Più precisamente l’apporto nutrizionale era dato per circa il 50% da alimenti di origine vegetale e per la restante parte da alimenti animali, che comprendevano una significativa porzione di pesce.
Infine la composizione in macronutrienti è stata stimata a circa il 25-29% di proteine, 39-40% di carboidrati e 30-39% di grassi (4).


(1) Cordain et al., Plant-animal subsistence ratios and macronutrient energy estimations in worldwide hunter-gatherer diets,, Am J Clin Nutr 2000, pag 687-688

(2)JamesH. O’Keefe et al.,Cardiovascular Disease Resulting From a Diet and Lifestyle at Odds With Our Paleolithic Genome: How to Become a 21st-Century Hunter-Gatherer,2004 pag.103


(3) S Boyd Eaton, Melvin J Konner, and Loren Cordain, Diet-dependent acid load, Paleolithic nutrition, and evolutionary health promotion, Am J Clin Nutr 2010 pag. 295


(4) R. S. Kuipers et al., Estimated macronutrient and fatty acid intakes from an East AfricanPaleolithic diet, British Journal of Nutrition 2010, p.18


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